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Gli acconti fiscali slittano al 10 dicembre

Nell'anno dei rinvii fiscali arriva un nuovo slittamento, che sposta al 10 dicembre i termini di pagamento dell'acconto.

Quella annunciata ieri dal presidente del Consiglio, Enrico Letta, << per dare agio a tutti coloro che devono operare in questo campo di farlo senza corse >>, però, potrebbe non essere l'ultima proroga: ieri la commissione Finanze della Camera ha approvato una risoluzione che chiede al Governo di spostare la scadenza del saldo Imu per i tanti che dovranno pagarlo (sicuramente seconde case, imprese, negozi e così via), oppure di anticipare i termini di pubblicazione delle aliquote da parte dei Comuni. Con il passare dei giorni, però, quest'alternativa è sempre meno praticabile, mentre la prima ipotesi ha maggiori chance: per esempio Enrico Zanetti (Scelta civica), vicepresidente della Commissione, suggerisce al Governo di fissare il saldo Imu al 27 dicembre, data già segnata in rosso nel calendario fiscale per i versamenti dell'acconto Iva...

Marco Mobili, Gianni Trovati - Il Sole 24 Ore - 22 novembre 2013

Saldo Imu con << vecchie >> aliquote

Titolari di beni agricoli alla cassa insieme ai proprietari delle 74mila case << di lusso >>, accatastate in A/1, A/8 e A/9, e niente saldo per tutte le altre abitazioni principali.

Dovrebbe ricomporsi così il mosaico del saldo Imu 2013, che probabilmente porterà una novità anche per gli << altri immobili >>, cioè per seconde case, capannoni, negozi e alberghi. Per loro, ovviamente, non è in discussione il pagamento, ma la modalità di calcolo dell'imposta, travolte da un caos normativo che non accenna a finire: dopo l'ultimo "correttivo", inserito dal Parlamento nella legge di conversione al decreto << Imu-2 >> (Dl 102/2013) che ha cancellato l'acconto di giugno, i Comuni possono pubblicare le nuove aliquote fino al 9 dicembre, offrendo così a contribuenti e professionisti solo cinque giorni lavorativi per calcolare l'imposta e pagarla...

Nel decreto di oggi, però, potrebbe arrivare la soluzione normativa, in linea con quella prospettata dalla risoluzione Pd in commissione finanze: considerare efficaci per il saldo solo le aliquote pubblicate entro oggi, e nei Comuni "ritardatari" calcolare l'ultima rata in base ai parametri dell'anno scorso (replicando quindi la somma pagata come acconto a giugno) e rimandare all'acconto 2014 l'eventuale conguaglio con i nuovi valori...

Gianni Trovati - Il Sole 24 Ore - 21 novembre 2013

La cedolare non paga l'1% in più

Il secondo acconto 2013 della cedolare secca sulle locazioni di abitazioni non dovrebbe essere colpito dall'aumento deciso quest'anno per l'Irpef. Quindi, dovrebbe continuare a essere pari al 60% del 95% dell'ammontare dovuto per l'anno precedente.

In mancanza di indicazioni contrarie da parte dell'agenzia delle Entrate , infatti, si ritiene che l'incremento di un punto percentuale dell' acconto Irpef per il 2013 (dal 99% al 100% dell'importo del rigo RN33, intitolato << differenza >>) non interessi la cedolare secca sugli affitti, in quanto la norma che stabilisce la percentuale dell'acconto dell'imposta piatta - cioè l'articolo 3, comma 4 del Dlgs 23/2011 - non è stata modificata dall'articolo 11, comma 18 del Dl 76/2013...

Luca De Stefani - Il Sole 24 Ore - 20 novembre 2013

<< Previsionale >> ad alto rischio

Il difficile momento economico induce un pò tutti a una programmazione finanziaria tesa a gestire al meglio le risorse disponibili.L'appuntamento con la scadenza del secondo acconto del prossimo 2 dicembre porrà a molti la scelta di decidere se provvedere al versamento delle imposte con il metodo storico o se, invece, adottare quello previsionale. In ogni caso occorrerà rispettare le nuove misure previste dal decreto legge 76/2013 che sono del 100%dell'Irpef dovuta e del 101% dell' Ires e dell'Irap dovuta (in caso di società).

Con il metodo previsionale i contribuenti stimano la misura dell'acconto sulla base del minor carico fiscale che riguarderà il periodo interessato dall'acconto rispetto al dato storico del periodo precedente. Si tratta quindi di un esercizio che presenta margini di rischio perchè occorre valutare con un mese di anticipo l'andamento reddituale dell'anno e quantificare il carico tributario valorizzando componenti economici, oneri deducibili o detraibili, detrazioni e crediti d'imposta, ritenute subite e una serie di altre variabili che necessariamente andranno a incidere sull'importo effettivo delle imposte dovute...

Gian Paolo Ranocchi - Il Sole 24 Ore - 19 novembre 2013

Rate in 10 anni solo con le << prove >>

Le dilazioni allungate a dieci anni (120 rate) richiedono sempre la presentazione di prove adeguate sulla grave situazione di difficoltà economica che non consente al contribuente di rispettare il piano ordinario a 72 mesi o in proroga già concesso. I contribuenti interessati devono presentare un'istanza a Equitalia ma con la documentazione che attesta il reddito mensile del nucleo familiare (in caso di persone fisiche) o il valore della produzione mensile e l'indice di liquidità (in caso di società), anche se il debito è inferiore a 50mila euro. Importo che fa da spartiacque per la dilazione ordinaria e fino al quale basta una semplice domanda motivata...

Rosanna Acierno - Il Sole 24 Ore - 18 novembre 2013